Il 14 gennaio del 1975 terminava la giovane vita del carabiniere Roberto Zocca a causa di un incidente in servizio durante un’immersione nel lago di Lugano: cara Marina, sorella di Roberto e grande amica del Centro Soccorso Sub, grazie di averci permesso di condividere attraverso le tue parole ed i tuoi ricordi il tuo amore per Roberto. Noi cercheremo sempre di essere all’altezza del suo nome nelle nostre attività. Grazie dell’aiuto tuo e della tua famiglia ed a quello dei tuoi amici nel sostenere le nostre attività!
Riportiamo qui di seguito con molta emozione e amicizia il testo della lettera che Marina ha scritto oggi a suo fratello Roberto ed alcune foto che lo ritraggono.
<<Sono passati 50 anni dalla scomparsa prematura di mio fratello Roby. Dado come lo chiamavo io, più grande di me di 6 anni, premuroso, bello, con quei suoi occhi grigi, allegro, simpatico, buono, amante del mare che era la sua vita e che se l’è portato via. Me lo ricordo sempre in acqua, a giocare con gli amici o a nuotare o sulla barca di ritorno dopo una pesca in quei fondali che non avevano segreti per lui. O a fare da spalla a Enzo Maiorca durante uno dei suoi record di profondità. Avevi 24 anni, studiavi, lavoravi, ma dovevi fare il militare. Ricordo ancora quella mattina che discutesti con papà, dicevi che sarebbe stato un anno di vita perso, e nostro padre diceva che era un “dovere”. Quanto si è pentito di averti spinto a fare il servizio di leva! Così per seguire la tua passione sei entrato nei Carabinieri Subacquei. Un anno di addestramento, immersioni, allenamenti, marce, ma ti sei trovato bene. Tutta la squadra ti adorava, tornavi a casa entusiasta, ma anche critico su tante stupide regole che dovevate seguire. Il servizio di leva dei Carabinieri Subacquei a quel tempo era di due anni, allo scadere del primo anno, una mattina gelida di Gennaio del 1975 il tuo comandante ti ha fatto scendere nelle profondità del lago di Lugano a 60 metri, per recuperare un’auto di due svizzeri che era precipitata il giorno prima. La mattina di quel giorno eri già sceso in acqua a recuperare i cadaveri dall’auto. La sera avevi raccontato al telefono con la zia Mariola quell’esperienza come traumatica e avevi detto che le acque erano gelide, buie e infide. Il giorno seguente non avresti dovuto scendere di nuovo in quel lago. Ma tu hai obbedito ugualmente a un ordine. Così ti sei immerso insieme a un altro ragazzo che non ha mai voluto dire cos’è successo in quelle profondità e hai perso la vita in quell’acqua schifosa, per una missione stupida come recuperare un’auto. L’acqua del mare è limpida, profonda, trasparente, fredda, magari, ma mai così torbida, fangosa, gelida e infida come quella di un lago. Avevi solo 24 anni, l’età che ha ora mia figlia. Penso a mia madre e mio padre. Sopravvivere a un figlio è la cosa più terribile che possa succedere. Io avevo 18 anni. Un dramma, uno strazio non ci sono parole per descrivere quei momenti di incredulità, di sconforto e di tragedia. Ma ci hai lasciato tanto Roby, sei stato un esempio di rettitudine, di grande amicizia, di lealtà e di amore per la natura e per la tua grande passione, il mare.


